lunedì 9 dicembre 2013

Palmiro, Alcide, Matteo e il sol dell'avvenire.



Era un dolce mattino per il proletariato mondiale.
La rivoluzione si era alfine completata, un nuovo profeta guidava le masse verso il sol dell’avvenire e la borghesia se la faceva nelle mutande come mai prima d’ora. Tutti i leader mondiali, spaventati dai venti massimalisti che soffiavano impetuosi dallo stivale, erano in partenza per il Sud Africa.
Persino alle alte vette, adagiati su candide nuvole foderate di storia, i grandi di un tempo discutevano animatamente sul significato profondo di un tale terremoto politico:
Palmiro: “Per me non c’era il rigore”
Alcide: “Come no? L’ha steso”
Palmiro: “Ma ha se ha preso la palla”
Alcide: “E tua sorella? L’ha mai presa la palla tua sorella?”
Silenzio.
Palmiro: “Sai, alla fine sono andato pure io”
Alcide (allibito): “Tu?”
Palmiro: “Sì, ho superato un’esitazione di mesi e risolto un grande conflitto interiore, ma poi mi son detto: ci vanno tutti, posso tirarmi indietro io? Proprio io? Così ha prevalso la mia voglia di partecipazione”
Alcide: “Non l’avrei mai detto…Dai, racconta”
Palmiro: “Mah, cosa vuoi che ti dica, non c’era fila, la gente era contenta ma il finale chiaramente era un po’ scontato”
Alcide: “Beh sì, era ovvio che finiva così”
Palmiro: “Però insomma, dai, alla fine sto “Sole a catinelle” non è male”
Alcide: “Già”
Silenzio.
Alcide: “E Renzi?”
Silenzio.
Silenzio ancora.
Il silenzio sembrava poter diventare eterno. Era carico di attesa, di risentimento, di sentimenti inespressi. Finché…
Alcide: “Oh Palmiro! Sveglia!!”
Togliatti si scosse e smise di ronfare: “Eh?! Chi? Ah… Renzi…”
Palmiro si strizzò gli occhi, mise un po’ di tabacco nella pipa e la accese pensieroso. Poi parlò con tono ispirato: “Individualismo, finanza, comunicazione. Renzi è gli anni ‘80”
Alcide: “L’hai detto fratello!”
Palmiro: “Non t’allargare. Fratello lo vai a dire al tuo amichetto nella nuvola di fianco”
Alcide: “Chi, il gobbo? Andreot..."
Palmiro: "Shhhhttt!!! Non lo nominare neanche per scherzo!"
Alcide: "vabbè, lui ha detto che siccome prendete voi il potere vuole trasferirsi nel Valhalla”
Palmiro: “Ma figurati, quello è contentissimo. L’ho sentito io dire: ‘se vince Civati faccio una strage!’”
Silenzio.
Alcide: “Magari era una metafora…”
Silenzio.
Palmiro: “Hai letto a Kiev? ‘Decapitata a martellate statua di Lenin’”
Alcide: “Allora?”
Palmiro: “Come allora?  E voi vorreste convincermi che Renzi non è di destra??
Silenzio.
Alcide: “Ma cosa c’entra? Ma finiscila con sta storia! Avete l’uomo nuovo, potete fare la rivoluzione e tu rompi ancora le pall…ehm…le Pall Mall. Basta! Abbiam capito che hai smesso di fumare”
Palmiro: “Se Renzi fosse davvero di sinistra, oggi, nel momento del massimo trionfo, lo dimostrerebbe”
Alcide: “Come?”
Palmiro: “Morendo d’ infarto”
Silenzio.
Alcide: “Comunque voi non cambiate mai. Vi fate le elezioni da soli, tra di voi, quelle che vincete sicuri, e che giorno le tenete? L’8 dicembre, l'Immacolata Concezione!  Lo vedi che siete un partito incapace di godere! Ma te lo devo spiegare io? Che cazz…che cazzuola usi per dare l’intonaco alla nuvola?”
Palmiro: “Quella con cui ho stuccato tua sorella”
Silenzio.
Palmiro: “Per un attimo, quando ho visto l’alta affluenza, ho pensato che potesse vincere l'opzione numero 4”
Alcide: “Cioè?”
Palmiro: “Brutti Stronzi”
Silenzio.
Alcide: “Mai sentito”
Silenzio.
Poi Togliatti si alzò in piedi, gettò via la pipa, il volto rigato dalle lacrime.
Gridò: “Vaffanculo! Io sono Palmiro Togliatti e non ci sto a rassegnarmi a questa deriva liberista! Per Dio!!”
Dio: “Chi mi vuole?”
Palmiro: “Ma non dicevo a te, boia d’un Giuda!”
Giuda: “Sì?”
Palmiro: “Ma la volete finire, per la Madonna!”
Madonna: “Eccomi!”
Togliatti si rimise a sedere sulla nuvola, sconfortato.
Palmiro: “Dove siamo finiti Alcide? Una volta era tutto così facile… Io ero quello giusto, tu eri quello stronzo. Era tutto più lineare”
Alcide: “Già, oggi non si capisce più niente”
Palmiro: “L’hai detto frat…cugino”
Silenzio.
Palmiro: “Ora non si sa davvero più cosa pensare: destra, sinistra, borghesia, proletariato, bene, male…E’ tutto un polpettone indefinito in cui orizzontarsi è un casino cosmico. Ma una cosa, amico mio, soltanto una cosa mi sento di dirtela”
Alcide: “Che cosa, amico mio?”
Palmiro: “Che noi compagni non ci piegheremo mai! Io, quant’è vero che sono il Migliore, piuttosto che assistere al trionfo liberista di Renzi saluto tutti e passo il resto dell’eternità a rileggermi ‘Il Capitale’”
Alcide: “Ma basta, ancora con sto Marx!”
Palmiro: “Cazzo dici? ‘Il Capitale’ è di Adam Smith”
Silenzio.
Alcide: “Palmiro…”
Palmiro: “Sì?”
Alcide: “Ti voglio bene”
Palmiro: “Fottiti”
Alcide: “Amen”
Palmiro: “Amen”


sabato 7 dicembre 2013

Il metodo Stamina e l'Infernale Quinlan. La scienza contro i ricatti morali




Ultimamente mi è capitato di discutere sul caso Stamina. Si comincia parlando educatamente e si finisce scannandosi come bestie, perché il tema è capace di suscitare forti passioni come sempre accade quando si tirano in ballo il dolore, la malattia, i bambini.
Non voglio qui discutere del merito della questione, perché non avrei nulla da dire, nel senso che non potrei fare altro che rimandare ad alcune letture che mi hanno convinto che una posizione sia più giusta dell’altra (per esempio questa)
Vorrei però focalizzare alcuni punti, che escono fuori costantemente dalle discussioni e che mi fanno incazzare come un puma, perché dimostrano che qui non si parla per niente in base a conoscenze ed evidenze scientifiche, ma solo ed esclusivamente in base a pregiudizi.
Premessa. Il nostro stato è laico e fondato sulla scienza. Ovvero, la Sanità, sia essa pubblica o privata, riconosce come unico metro di validità su cui fondare il proprio operato l’evidenza scientifica. La scienza è il faro, il perno, il chiamatelo come cavolo vi pare, ci siamo capiti.
Punto numero 1 dei pro-Stamina: “Stamina è valido perché le case farmaceutiche sono cattive”
Io sono disponibile, nei limiti delle mie scarsissime conoscenze in materia e se proprio mi sta tanto simpatico l’interlocutore, a credere che le case farmaceutiche, l’Oms, e altri enti simili siano tutti dei farabutti dediti solo ed esclusivamente ad arricchirsi a scapito dei poveri malati di tutto il mondo. Un’intera organizzazione criminale che intende lasciarci crepare mentre loro fanno il bagno nell’oro. Ok. Ma posta questa premessa, perché il metodo Stamina è valido? Dove sarebbe la consequenzialità logica? Non c’è, è chiaro. E’ un giudizio basato su una opinione precedente relativa oltretutto a un’altra cosa. Un pregiudizio. Una minchiata.
Punto numero 2. “Stamina è valido perché anche il metodo Di Bella era valido”
Posto che il metodo Di Bella sia valido (naturalmente non è così, a leggere tutto quello che si trova in giro. Si trova traccia di un utilizzo limitato in un ospedale di Miami e del riconoscimento di un rincoglionito già presidente dell’Agenzia per il nucleare come Veronesi. Accetto naturalmente evidenze contrarie, ma per ora poniamo, sempre per simpatia verso l’interlocutore, che lo sia) ne consegue secondo gli ultrà di quella posizione che è valido anche il metodo Stamina. Perché? Anche qui dov’è la consequenzialità logica? E’ come se io dicessi “siccome Wanna Marchi era una cialtrona anche Vannoni lo è”. Anche qui siamo sul pregiudizio, siamo fuori da ogni ragionamento scientifico.
Punto numero 3. “I parenti dei malati hanno diritto alla speranza”
Col cazzo. I parenti dei malati hanno diritto alle cure, non alla speranza. Se bastasse dare in giro della speranza potremmo raccontare loro che la Sla si cura facendo le parole crociate di Bartezzaghi sulla Settimana Enigmistica. Avremmo tante belle famiglie speranzose e anche un po’ di cultura generale in più in giro. E anche lo stesso numero di malati, chiaro.
Punto numero 4. “Quando avrai bambini capirai”
Vaffanculo. Non penso di doverla spiegare oltre.
Punto numero 5. “Come si vede che non hai mai avuto a che fare con problemi di questo tipo”
Vaffanculo bis. E tra l’altro non sapevo che avere malati in famiglia aumentasse la validità scientifica del metodo di qualcun altro. Pregiudizi…
Punto numero 6. “La Lorenzin non è laureata in medicina”
E’ uno scandalo. Forse. Perché alla fine non so mica se debba essere laureata lei o i suoi sottoposti, ovvero se le competenze che servono in quel ruolo siano più da medico o da dirigente. Ma poniamo che sia davvero uno scandalo, perché l’interlocutore mi sta sempre più simpatico e poi figuriamoci se mi metto a difendere una che fino a ieri stava con Berlusconi. Ok, è uno scandalooo!!! Bene, e quindi? Che c’entra con la validità scientifica del metodo Stamina? Nulla, niente, zero, virgola. Altro pregiudizio. Avanti. (spero si sarà notata l’eleganza con la quale non ho sottolineato che neanche Vannoni è laureato in medicina, perché anche quello non è mica importante per capire se la sua creatura è scienza o no. Giusto?! mmmm...)
Punto numero 7. “La terapia la sceglie il malato”
Mi hanno detto anche questa. Mah…a casa sua in effetti ognuno si può curare come vuole, può anche infilarsi degli spinaci fritti nel culo. Però negli ospedali, nella Sanità non funziona così. Funziona che la terapia la scelgono i medici, poi tu decidi se la vuoi fare o no. E i medici non possono dare via ciò che gli pare ma solo ciò che gli scienziati cattivoni decidono essere scienza. E’ una cosa logica, semplice, banale. E’ il funzionamento della nostra civiltà, a ben pensarci. Perché si basa su concetti applicabili a ogni tecnica: o forse possiamo dire “le fondamenta del palazzo le sceglie l’inquilino”? Sto cazzo, le sceglie l’ingegnere. “L’educazione dei miei figli la scelgo io”. Sì, ma all’interno di quelle permesse dal consesso pubblico. “I pistoni del motore della mia macchina li scelgo io!”. Ma va a cagher!
Punto numero 8. “Si buttano via già tanti soldi”
Appunto. La ricerca soffre già perché non ha fondi e voi gliene volete togliere altri? Ops scusate, sto divagando, il punto importante è che neanche questo è un argomento che ha a che fare con la validità scientifica del metodo Stamina.  
Punto numero 9. “Lo hanno detto le Iene e poi c’è anche il video che si vede che la bambina sta meglio”
Questa è l’evidenza scientifica. Ok. Bene. Avanti così. Anzi, l'ha detto pure il dott. Fiorello, non dimenticatelo.
Punto numero 10. “Se non fa bene sicuramente non fa male”
Mi hanno detto pure questa, in un dibattito in calce a un articolo del Fatto, in cui migliaia di cittadini infuriati chiedevano la testa del Ministro. Non metaforicamente, esultavano proprio perchè qualcuno l’ha minacciata di morte e naturalmente è ciò che si merita.
Gesù santo.
Sto iniziando a pensare che fra la casta e il popolo incattivito sia meglio la casta.
Ma, alla fine di tutto, che cazzo c’entra l’Infernale Quinlan?
Nel capolavoro di Orson Welles il capitano Quinlan era un poliziotto cattivo, brutto e fetido che alla fine riusciva a risolvere gli enigmi, perché serviva sempre e comunque la verità.
Ora, io non so dove sia la verità in questa storia, ma so che se pure quelli deputati a cercarla sono brutti, sporchi e cattivi, non significa per questo che non abbiano ragione.
Perché la ragione ce l’ha sempre e soltanto chi è in grado di dimostrare di averla.

In morte di Nelson Mandela


Tranquilli, non canterò nessun peana all'eroe degli ultimi, né tesserò le lodi del grande uomo che col suo sacrificio ha saputo cambiare la storia.
Non perchè non ci creda ma perchè lo hanno già fatto, benissimo, tanti altri.
E perchè, se non sopporto quelli che salgono sul carro dei vincenti, ancor meno sopporto chi sale sul carro dei morti. Ma anche questo discorso lo hanno fatto meglio gli altri, per esempio un colossale Zerocalcare.
Questo post del tutto inutile è la riproposizione di una roba che scrissi tempo fa su "Scrivila ancora Sam", e che cerca di dimostrare in modo scientifico e inoppugnabile i motivi per cui Invictus è un film di merda. 
E se non siete d'accordo pazienza.


“In una storia nulla progredisce se non attraverso il conflitto. Il conflitto sta alla narrazione come il suono sta alla musica (…) La legge del conflitto è ben più che un semplice principio estetico; è l’anima della storia” Robert McKee.

1) Ostacoli e scelte.
Riassumo un concetto cardine: Il protagonista ha un desiderio, ma incontra degli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione e lo costringono a delle scelte. Tali scelte ci dicono chi è.
Se il protagonista è Nelson Mandela tutto il suo arco narrativo si esaurisce all'inizio del film: lui vuole unire il Sud Africa, che non ne ha tanta voglia, e decide di farlo con il rugby. Fine degli ostacoli, fine delle scelte. In un certo senso tutto ciò che accade da lì in poi non lo riguarda: non lo costringe ad altre scelte, non lo mette di fronte alle sue paure, non lo cambia. La sua scelta è data in partenza e nessun conflitto interiore o esteriore ne scuote le sue certezze zen: non è un uomo, è un Dio.
Io ho il massimo rispetto per questo grande uomo, però questa per me non è una storia, è una agiografia. E non mi interessano gli dei, mi interessano gli uomini.

2) Allora il protagonista è il Sud Africa...
Se una storia è l'arco narrativo di un personaggio che cambia a 180° (banalizzando: se è triste diventa felice, se è cattivo diventa buono ecc.) allora è la nazione il vero protagonista del film. E' il processo di unificazione di un paese stretto attorno al suo pugno di eroi. Bene...d'accordo. Ma perchè un cambiamento sia interessante deve essere denso di ostacoli, di scelte da compiere, di conflitto!!! Se la conclusione è l'unità, l'inizio deve essere una estrema divisione. Nel mio immaginario ho l'idea di un paese devastato dall'odio e dalla violenza razziale, e qui incontro solo una (lieve) diffidenza. La famiglia bianca di François Pienaar è lievemente diffidente, ma poi spiana un sorriso colmo di pietas sapendo che la domestica andrà allo stadio con loro (un sorriso anche fastidioso a mio avviso); i neri che vogliono abolire gli Springboks sono molto più diffidenti, ma appena arriva il re a imporre le mani si inchinano. Fine della diffidenza, fine del conflitto. Motivazioni dietro questi cambiamenti? Conflitto attraverso cui si compiono? Ampiezza del cambiamento? Poco di tutto ciò.

3) Capitano mio capitano...
Non cambia neanche François Pienaar. Non è un razzista all'inizio, e non ha neanche la diffidenza di cui si parlava prima. Anzi pare non avere nessuna emozione. Mi sembra un personaggio piatto, senza conflitto interiore, senza ostacoli e senza scelte.

4) La sottotrama guardie del corpo.
Questa secondo me è l'idea più bella del film (o della Storia, o di Nelson Mandela). Afrikaneers e neri costretti a convivere per difendere il Presidente. Si racconta nel piccolo il problema gigante del paese. Bene, bello, perfetto. Sicuri? No. C'è la prima scena in cui si incontrano in cui vediamo le loro distanze: sono nemici. Poi? Dalla scena dopo sono già, nei fatti, amici. Nessun conflitto, nessun crescendo narrativo, fine della sottotrama.

5) I dialoghi.
Brrr...troppo diretti e mai un sottotesto.

6) Il rugby.
Ok, è difficile rendere lo sport al cinema. Ma...Clint...il calcio d'avvio nel rugby si tira forte!!!!:)
E tutto quel ralenty nel finale...uff.

7) O sole mio.
Il tema musicale del film è copiato? Non lo è? Diamine...certo che sì! E' uguale...

8) La "gabbia storia vera"
Faceva giustamente notare Martino Coli che la storia vera può essere una gabbia da cui è difficile sganciarsi. Se i fatti sono andati così la storia la devi raccontare così. Secondo me a quel punto si può: a) ispirarsi solo ai fatti reali, senza tradirli nella sostanza (ma dandogli ancora più forza tramite il potere della narrazione); b) raccontare un'altra storia.

Mi fermo. Non sono un critico, sono solo uno che adora tutti gli ultimi film di Clint e a cui questo non è piaciuto. Si veda "Gran Torino" come gronda di conflitto: etnico, generazionale, interiore. Un capolavoro su una "storia piccola" che racconta un tempo e un paese. Questa è una "storia grande" che secondo me racconta con molta minor efficacia.
Attendo commenti. 
Ben vengano anche i "non hai capito nulla, sei un coglione, a me è piaciuto un sacco, vaffanculo". 

Sam2